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HomeAttualitàCoworking, continua il botta e risposta: Salvucci e Mattioli replicano al sindaco

Coworking, continua il botta e risposta: Salvucci e Mattioli replicano al sindaco

Il gestore interviene sulla “posizione debitoria” avanzata da Zuccarini, spiegando le modalità di pagamento concertate con il Comune. L’esponente di opposizione torna a chiedere nuovi bandi e proroga delle concessioni e chiama in causa anche Meloni e Leoni

Pubblicato il 17 Gennaio 2025 17:23 - Modificato il 18 Gennaio 2025 13:38

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Continua lo scontro tra il sindaco e i gestori dei poli culturali di Foligno. Dopo la presa di posizione di Stefano Zuccarini con la volontà espressa di voler “fare chiarezza in merito alla lunga e complessa vicenda della gestione del Coworking”, è seguita poche ore dopo la risposta di Filippo Salvucci, gestore del Multiverso Coworking.

Una replica che si è aperta con l’immediata precisazione relativamente alla “posizione debitoria nei confronti del Comune di oltre 3.800 euro” sottolineata dal primo cittadino. Posizione debitoria che, secondo quanto dichiara Salvucci, “si riferisce a canoni di locazione dell’anno 2022, ancora in epoca Covid, che in accordo con il Comune sono stati rateizzati in 12 rate in corso di pagamento. Pertanto – precisa –, la cifra di 3.800 euro è il totale delle ultime 4 rate del piano di rateizzazione, oltre al canone di affitto del mese di dicembre 2024, il cui cedolino di pagamento è arrivato il 7 gennaio”. Rassicurando, inoltre, sul fatto che la Moow srl, di cui e legale rappresentante, provvederà a saldare tutti gli importi dovuti al Comune di Foligno nel rispetto degli impegni contrattuali. “Come da richiesta di incontro inviata al sindaco in questi giorni – conclude Salvucci –, ribadiamo la nostra volontà di concordare con l’amministrazione un’uscita dai locali dell’ex reclusorio che minimizzi i disagi per le aziende e per i coworkers che lavorano all’interno degli spazi”. Una conclusione che, con tutta probabilità, fa riferimento alle richieste, solleciti e ripetute proroghe citate dal sindaco, che avrebbero portato al rinvio di un anno della consegna delle chiavi degli spazi all’amministrazione comunale.

Ma quella di Filippo Salvucci non è l’unica replica sulla vicenda giunta in questi ultimi giorni. A tornare sulla questione è stato, infatti, anche il consigliere comunale per Foligno in Comune e Alleanza Verdi e Sinistra. Per Diego Mattioli “il primo cittadino non solo non ha capito per quale ragione protestiamo ma – ha dichiarato – ha anche peggiorato la sua posizione affermando che è consapevole da più di un anno che sarebbe scaduta la concessione del Coworking”. L’esponente di minoranza ha, quindi, ricapitolato le richieste avanzate all’amministrazione comunale, ossia “la pubblicazione di bandi pubblici per la riassegnazione degli spazi, la garanzia della continuità delle attività che si svolgono nei due locali tramite la proroga delle assegnazioni fino alla conclusione delle procedure di gara, la garanzia che gli spazi vengano utilizzati per finalità coerenti alla loro attuale destinazione d’uso”.

L’esponente di opposizione ha poi lamentato il silenzio degli assessori competenti, a partire da Riccardo Meloni, titolare dello sviluppo economico, al quale rivolge vari quesiti: “Appoggia la posizione del sindaco di procedere allo sgombero di 25 attività imprenditoriali che animano il centro storico e che creano indotto anche per tante attività commerciali e di ristorazione? Perché chi lo ha preceduto non ha provveduto a pubblicare il bando invece di concedere solo una proroga in periodo pre elettorale?”. Rivolgendosi poi all’assessore alle attività culturali e al centro storico, Alessandra Leoni, Mattioli ha incalzato: “Cosa ne pensa della possibilità che un incubatore straordinario e riconosciuto dal Ministero della Cultura come lo Zut, che attrae pubblico da tutta Italia per la propria offerta unica di linguaggi artistici contemporanei sia costretto a portare via dal cuore della città il suo patrimonio di arte, cultura e attrattività culturale? Non teme che tutto questo porti a un depauperamento della vivacità del centro storico, della sua funzione aggregativa, culturale e di sviluppo”. Per Diego Mattioli la sede opportuna per il trattamento dei temi il consiglio comunale, “ammesso – conclude – che la maggioranza decida di non metterla all’ordine del giorno”.

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