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Le guide accessibili di “ArteMia” arrivano alla Calamita Cosmica e al Ciac

Pubblicato il 12 Gennaio 2024 16:17

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Fare dell’arte uno strumento di inclusione e accessibilità. Un’idea che a Foligno è diventata realtà grazie al progetto “ArteMia” promosso dall’associazione di volontariato Crhack Lab, Foligno 4D tramite un finanziamento della Regione Umbria, con il coinvolgimento del Museo capitolare diocesano diretto da Maurizio Cipolloni. 

Nel 2022, infatti, il polo culturale della Diocesi di Foligno è stata la prima realtà cittadina ad aprirsi alla creazione di una guida accessibile in lettura facilitata concepita per permettere la fruizione degli spazi culturali a persone con disabilità cognitive. Protagonisti sono stati una trentina di ragazzi della cooperativa La Locomotiva che, attraverso un percorso laboratoriale pensato per avvicinarli al museo e alle opere che custodisce, hanno contribuito alla realizzazione di due guide, una “easy to read” e l’altra fotografica. 

Un’esperienza che, forte del successo riscosso, verrà ora replicata, come spiegato dalla vicepresidente di Crhack Lab Marta Onali, in altri due poli museali cittadini: l’ex chiesa della Santissima Trinità in Annunziata che ospita la Calamita Cosmica di Gino De Dominicis e il Ciac di via del Campanile, grazie alla collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno che ha finanziato il progetto. “Foligno – ha aggiunto – è la prima città in Italia a dotarsi di guide ‘easy to read’”. 

“Dopo aver compiuto un primo passo per rendere il Museo diocesano accessibile – ha detto Giorgia Marchionni, curatrice dell’iniziativa per Crhack Lab insieme alla stessa Marta Onali e Cristina Pucci, in occasione della conferenza che si è tenuta a Foligno nella mattinata di venerdì 12 gennaio -, ci prepariamo a questo secondo step, che faremo insieme a una quarantina di ragazzi della cooperativa Ellelle”. Si partirà, dunque, da uno studio dei due contesti che ospitano i poli museali della Fondazione Carifol, per poi passare a quello delle opere che contengono: ossia la Calamita Cosmica e la collezione permanente del Ciac con il fine ultimo, anche in questo caso, di realizzare delle guide accessibili. E, come avvenuto in precedenza, anche un percorso espositivo virtuale, tramite la piattaforma Mozilla Hubs, secondo la sensibilità degli utenti coinvolti. “Siamo inoltre in attesa di sapere se verrà approvato – ha quindi annunciato Giorgia Marchionni – un progetto con le stesse caratteristiche che coinvolgerà gli spazi culturali dei Comuni che fanno parte dell’associazione Strada del Sagrantino”. 

Intanto, come detto, un altro tassello è stato messo con il simbolico “passaggio di consegne” tra il Museo diocesano e la Fondazione Carifol. “Quella dell’inclusione – ha dichiarato il vescovo di Foligno e Assisi-Gualdo Tadino-Nocera Umbra, monsignor Domenico Sorrentino – è una parola del presente e del futuro alla quale dobbiamo prestare grande attenzione, perché la disabilità può riguardare tutti noi. Quello che vediamo oggi intorno a noi è un mondo in movimento, fatto di realtà molto diverse tra loro per cultura, economia e anche esperienza religiosa. Di fronte a tutto questo dobbiamo allontanare il rischio di frammentazione e individualismo per promuovere un senso di appartenenza, ricordando l’invito del Papa all’essere ‘fratelli tutti’. La Chiesa ha, infatti, come sua missione quella di sviluppare la fraternità universale e tutto ciò che è fatto in un’ottica di inclusione, lo sentiamo nostro”. “Questa iniziativa – gli ha fatto eco la presidente della Fondazione Carifol, Monica Sassi – ci dà non solo l’occasione di garantire una ‘lettura’ migliore degli spazi museali agli utenti, ma anche a chi li gestisce di presentarli al meglio. L’arte – ha quindi concluso – è una forma importante di terapia”. 

“La nostra – ha detto Paolo Russo, presidente di Crhack Lab – è un’associazione di volontariato la cui missione è esplorare le opportunità delle nuove tecnologie per formare i giovani sulle competenze digitali che gli serviranno in futuro. Le nuove tecnologie, però, non devono essere fini a se stesse ma devono avere un impatto sociale. E quest’impostazione ci ha permesso di ritrovare sul nostro cammino giovani che, dopo essersi formati con noi, hanno continuato a lavorare sul territorio promuovendo progetti come ‘ArteMia’”. “Se lavoriamo insieme si possono realizzare progetti belli e utili per la collettività – ha dichiarato da parte sua il vicario per la pastorale della Diocesi, don Giovanni Zampa – e siamo contenti di essere stati ‘apripista’ di questa iniziativa. L’augurio è che questo lavoro di squadra venga riproposto anche in altre realtà, come sta avvenendo anche nel progetto ‘Dopo di noi’ che stiamo portando avanti come Diocesi”.

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