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Foligno, fuoco incrociato su Coworking e Zut

La questione lanciata dalla Gazzetta di Foligno lo scorso 12 gennaio si è amplificata e negli ultimi giorni si sono registrati diversi interventi. Il sindaco: “Nessun intento punitivo”. I gestori dello spazio teatrale: “Delusi riguardo i modi utilizzati”

Pubblicato il 15 Gennaio 2025 19:27 - Modificato il 16 Gennaio 2025 16:44

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“Futuro incerto per Zut e Coworking”. A lanciare l’appello la Gazzetta di Foligno che, nel numero del 12 gennaio scorso, ha reso nota la questione dietro la fine delle convenzioni comunali per i due spazi. Una scadenza a conclusione della quale il Comune di Foligno ha chiesto ai gestori di Multiverso Coworking e Spazio Zut, lasciare gli spazi.

Una questione che negli ultimi giorni hanno seguito e approfondito anche le altre testate locali, riportando le preoccupazioni dei responsabili delle due realtà. Di seguito il riscontro del sindaco Stefano Zuccarini che, in una nota, ha risposto ai gestori: “In riferimento alle questioni riguardanti la gestione dello Spazio Zut e dei locali del Multiverso Foligno Coworking, sono doverose alcune precisazioni al fine di evitare le solite strumentalizzazioni e speculazioni politiche della sinistra, nonché attività di disinformazioni diffuse ad arte. L’amministrazione comunale opera – ha detto il primo cittadino –, come sempre e come doveroso, nel pieno rispetto delle regole e nella massima trasparenza, perseguendo l’interesse pubblico. Abbiamo preso atto della scadenza naturale dei contratti e si procederà al riaffidamento, tramite apposito bando, così come previsto dalle normative in materia. Chi parla di sfratti o di presunti intenti punitivi, cerca soltanto di alzare polveroni mediatici per mero tornaconto politico”.

A dire la propria sulla questione anche i vari esponenti dell’opposizione politica cittadina. A partire da Diego Mattioli, consigliere di Foligno in Comun, secondo il quale il caso che sta riguardando gli spazi dello Zut e del Coworking sarebbe un attacco frontale al patrimonio culturale e imprenditoriale della città.
“L’amministrazione comunale deve spiegare – come si legge nel comunicato firmato da Mattioli – cosa intende fare degli spazi pubblici del cinema ex Vittoria e Reclusorio, quando verranno pubblicati i bandi e quali criteri verranno posti per l’assegnazione degli spazi e come garantirà la continuità delle attività culturali ed imprenditoriali che insistono in quelle realtà”.
Secondo il consigliere è necessario che l’amministrazione pubblichi al più presto i nuovi bandi per la gestione degli spazi e che in essi sia confermata l’identità dei due poli. Ma anche che nel frattempo si garantisca la continuità dei servizi. “Per questo – ha concluso – ho presentato un’interrogazione alla quale spero che gli assessori competenti diano riscontro in tempi brevi. Certamente non possiamo assistere allo smantellamento di un capitale imprenditoriale, culturale e umano della nostra città senza mettere in campo tutti i necessari strumenti di opposizione e di proposta politica”.

“La tecnica è sempre la stessa, prendere decisioni sconsiderate e poi tentare di fare marcia indietro, adducendo a discolpa la strumentalizzazione della sinistra”, queste invece le parole del comunicato inoltrato dal gruppo consigliare del Pd, secondo qui i bandi si sarebbero dovuti costituire molto prima, di modo che chi gestiva questi spazi avrebbe potuto sapere per tempo se poteva contare su una continuità o doveva provvedere diversamete. “Lamentiamo che i nostri giovani siano costretti ad abbandonare Foligno, per trovare occasioni di lavoro e di realizzazione altrove – hanno concluso –, e smantelliamo realtà innovative e creative che hanno prodotto posti di lavoro e proposte culturali di pregio nella nostra città. Non si può accettare questa vocazione all’autodistruzione, questo non è amministrare ma distruggere”. 

Tra gli altri gruppi consigliari, a prendere una posizione anche Patto x Foligno tra i cui esponenti si è fatta largo la voce della consigliera Mariolina Frigeri, che si dice pronta a portare la questione all’interno della massima assise cittadina. “Sono abituata a vedere, dietro alle cose, le singole persone – scrive Frigeri -. Così dietro alle due realtà della nostra città che si vogliono sfrattare ci sono, imprenditori nel Coworking che hanno lì il loro posto di lavoro. Ci sono nello Zut professionisti che si impegnano per garantire un’offerta culturale di qualità e giovani che frequentano questi spazi sentendosi come a casa. Cosa diciamo loro? C’è una proposta migliore? C’è la possibilità di partecipare a una gara trasparente per dare continuità al lavoro svolto finora? No, rimarrà uno ‘spazio vuoto’ in attesa forse della pubblicazione del bando”.

Nelle ultime ore si è registrato anche l’intervento dei gestori dello Zut, la cooperativa Ge.Ci.Te.: “In tantissimi ci hanno scritto o chiamato da tutta Italia per informarsi su cosa stia succedendo e noi ci teniamo a ringraziare tutti per il supporto e la vicinanza. Questo conferma ulteriormente come lo Zut non sia solo un luogo fisico molto bello e funzionale ma anche un progetto ambizioso il cui valore viene ampiamente riconosciuto ed è tuttora in crescita, costruito giorno per giorno insieme agli artisti e alle comunità che lo caratterizzano, a differenza di quanto viene affermato da qualche responsabile della politica locale, forse non troppo informato riguardo a questi percorsi e all’attività che è stata svolta. Già da qualche mese, abbiamo dovuto sospendere i nostri progetti, non avendo avuto garanzie sulla disponibilità dello spazio. Si è purtroppo anche dovuto provvedere alla riduzione al minimo del personale della cooperativa, che era finora di quattro persone a tempo indeterminato”.

Stando a quanto riportato dagli attuali responsabili dello Zut, “allo studio legale che segue i nostri interessi risulterebbero per la verità altri 3 anni di contratto di locazione, come comunicato anche al Comune di Foligno che su questo aspetto non ha mai dato riscontro. A nulla è valsa nemmeno la richiesta di proroga fino a dicembre 2026 e il tempo concesso dal Comune con il termine di giugno 2025, notificato dopo quasi due mesi di attesa, non ha permesso alla cooperativa di programmare e pianificare le proprie attività”. È per questo che i gestori si dicono “molto perplessi e delusi riguardo ai modi utilizzati, ai tempi imposti e soprattutto rispetto all’impossibilità di dialogo e di confronto con alcuni interlocutori dell’amministrazione. I contratti ovviamente scadono ed è assolutamente normale e sacrosanto che si preveda un nuovo bando di gara, in questo e altri casi però, ci sembra di intravedere una mancanza di attenzione ad alcune progettualità innovative, poca cura di alcune legittime istanze ed esigenze, non riuscendo a scorgere un’idea e una visione sulle politiche culturali, sociali e di sviluppo di un territorio”.

LA STORIA

Ad aggiudicarsi gli spazi del Coworking, situato in piazzetta del Reclusorio in centro a Foligno, la società Moow srl tramite un bando comunale nel 2014. Uno spazio di quasi 600 metri quadrati, costituito da una sala riunioni e una per la formazione, due stanze pensate per condividere spazi di lavoro. “Fino a dieci anni fa – ha raccontato alla Gazzetta di Foligno Filippo Salvucci, legale rappresentante di Moow srl – questi spazi erano completamente abbandonati e fatiscenti. Grazie ad un contributo a fondo perduto di 20mila euro, al quale come società abbiamo aggiunto altri 26 mila euro”. Importanti sovvenzioni, grazie alle quali gli spazi sono diventati, come riporta il giornale cittadino, punto di riferimento per chi, magari, non può permettersi affitti altissimi per un ufficio e, allo stesso tempo, un’alternativa al doversi arrangiare a casa. Ma anche uno spazio multidisciplinare che nel tempo ha ospitato laboratori e piccoli eventi culturali e musicali. A marzo 2024 è arrivata la scadenza della convenzione, che viene poi prorogata al 31 dicembre 2024. “Il 3 dicembre – spiega ancora Salvucci al settimanale di Foligno – con una Pec ci viene detto che abbiamo un mese di tempo per liberare tutti gli spazi. Abbiamo chiesto un’ulteriore proroga di due mesi e siamo in attesa che ci venga comunicata una data per parlare con l’assessore di riferimento”.
A iniziare nel 2014 anche la gestione dello Zut, ex cinema Vittoria, da parte della cooperativa Ge.Ci.Te (Gestioni cinematografiche teatrali). Anno in cui lo spazio situato sotto le logge di Corso Cavour torna a spalancare le proprie porte dopo un periodo di sospensione dell’attività iniziato nel 2001. Nel 2015, dopo il primo anno della nuova gestione, scatta un rinnovo automatico di altri nove anni. “Per essere precisi – ha spiegato Emiliano Pergolari alla Gazzetta – c’è una norma del 2007 he ha cambiato la durata della locazione di spazi pubblici con attività di spettacolo dal vivo, in base alla quale noi risultano altri tre anni di concessione dello Zut; per il Comune invece, non sembrerebbe sia così anche se di fatto non ci hanno mai risposto in via ufficiale. Se ce lo avessero detto per tempo ci saremmo organizzati”. “Non capivamo in che termini eravamo ancora qui – hanno continuato poi i gestori Elisabetta ed Emiliano Pergolari, raccontando la vicenda al giornale –, fino a quando a fine novembre non ci è stato detto che saremmo potuti rimanere fino a giugno 2025”. Un lasso di tempo troppo ristretto per chi, come si legge sempre nelle pagine della Gazzetta, come Ge.Ci.Te, basa la propria attività su una programmazione di più ampio respiro.

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