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Tracciamento dei contagi: la Regione chiede aiuto ai Comuni. Trenta sindaci sul piede di guerra

Pubblicato il 28 Dicembre 2021 18:27 - Modificato il 5 Settembre 2023 11:26

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Con il contact tracing in tilt, la Regione Umbria chiede aiuto ai Comuni. In queste ore c’è stato a tal proposito un incontro che ha visto seduti al tavolo il presidente di Anci Umbria, Michele Toniaccini, il direttore generale del Cor, Stefano Nodessi Proietti, ed il commissario all’emergenza coronavirus in Umbria, Massimo D’Angelo. Dal vertice, così come spiegato a Rgunotizie.it dallo stesso Toniaccini, “è emersa una situazione di grade difficoltà ed emergenza sul fronte del tracciamento contagi”. Per questo motivo, appunto, palazzo Donini ha invocato il supporto da parte dei Comuni umbri sul contact tracing. In particolare, “è stato richiesto un aiuto per lo spacchettamento di schede rimaste indietro a causa del repentino aumento dei contagi legato alla diffusione della variante Omicron”. In sostanza, e sempre stando a quanto riferito dal numero uno di Anci, “i Comuni che decideranno di mettersi a disposizione dovrebbero allestire una stanza munita di pc e telefono in cui opererebbe un volontario”. Quelli che decideranno di mettersi a disposizione, sì, perché chiaramente non tutti i comuni dispongono di risorse in grado di garantire questo tipo di supporto. “Noi come Anci – ha sottolineato Toniaccini – stiamo assolvendo il non facile compito di raccordo tra i comuni in virtù delle richieste arrivate dalla Regione. Abbiamo per ora rilevato grande disponibilità da parte di numerosi sindaci e volontari – ha proseguito il presidente – e comunicheremo tutti i feedback al Cor affinché possa quindi avviarsi un percorso concreto”. Percorso che, sempre a sentire Toniaccini, si aprirà con “un nuovo incontro per approfondire le questioni tecniche ed organizzative” e che passerà poi dalla “formazione dei volontari rispetto ai compiti che andranno a svolgere”. Il presidente di Anci Umbria parla dunque di “massiccia risposta dei comuni che si sono resi disponibili per cercare di tamponare l’emergenza nell’emergenza, non senza, chiaramente, possibili difficoltà”. In virtù proprio dei tanti comuni che hanno risposto “presente” alla richiesta di aiuto, Toniaccini spezza infine una lancia in favore di tanti sindaci umbri, “uniti e compatti nel rispondere ai colpi sferrati dalla pandemia, sempre all’insegna di un reale spirito di collaborazione”.

Nel frattempo, oltre trenta primi cittadini non hanno mancato di criticare, in generale, la gestione della quarta ondata nel Cuore verde d’Italia. Un folto gruppo di sindaci, infatti, ha in queste ore sottoscritto una nota in cui spiegano come non possano più sottrarsi dal dare un giudizio politico ed amministrativo sulla questione. “C’è il disagio dovuto al venir meno di un tracciamento non degno di tale nome – si legge nella nota -, non certo per responsabilità del personale impegnato nei vari ruoli ormai allo stremo delle proprie forze”. Per gli oltre trenta sindaci firmatari del documento, “troppo facile cavarsela col richiamo al senso di responsabilità ed alla leale collaborazione di amministratori locali, sui quali viene scaricato ancora e per l’ennesima volta tutto il peso di scelte politiche ed amministrative inadeguate da parte della giunta regionale”: le stesse che, secondo loro, “hanno prodotto il caos al quale stiamo assistendo”. E poi il mondo del volontariato, “su cui – proseguono – non possono ricadere responsabilità che non gli competono se non a fronte di atti e riunioni ufficiali convocate dal Cor”. I sindaci spiegano inoltre come da mesi chiedano di essere ascoltati dall’assessore con delega alla sanità, “ma ancora – dicono – non abbiamo avuto questo grande onore e non possiamo più tollerare questo atteggiamento”. Al netto di ciò, i sindaci ribadiscono come non si sottrarranno mai ai propri doveri istituzionali “buttando ancora una volta il cuore oltre l’ostacolo gomito a gomito coi nostri concittadini, ma vorremmo finalmente farlo anche gomito a gomito – concludono – con chi ha responsabilità di governo nella nostra regione, che non può e non deve continuare sistematicamente a sottrarsi al confronto”.

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