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Fondazione Carifol, ultimo atto del Cda: recuperata l’Esedra di Porta Romana

Pubblicato il 28 Aprile 2023 10:55 - Modificato il 5 Settembre 2023 10:01

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Corsi e ricorsi storici. Nel 2015 l’avventura di Alberto Cianetti alla presidenza della Fondazione Cassa di risparmio di Foligno si concluse con la ristrutturazione e il taglio del nastro delle palazzine di Porta Romana. A distanza di 8 anni si conclude, sempre con un intervento di riqualificazione in quell’area, l’esperienza di Umberto Nazzareno Tonti – e del suo Cda – alla guida di Palazzo Cattani. L’ultimo “dono” alla città è la riqualificazione dell’Esedra di Porta Romana, comunemente conosciuta come “Spiaggetta”. Un luogo simbolo della Foligno di un tempo, utilizzato come punto di ritrovo da diverse generazioni, nonché simbolo di un’area che da sempre ha rappresentato uno snodo importante tra centro storico, stazione ferroviaria, caserma “Gonzaga” e viale Roma. “Il nostro ultimo atto – ha commentato Umberto Nazzareno Tonti in occasione del taglio del nastro – è un messaggio alla città. Noi che abbiamo vissuto questo spazio da giovani, lo abbiamo voluto riqualificare. In questa maniera, la Fondazione ha voluto proseguire la sua opera di rigenerazione urbana, rendendosi parte attiva con idee e impegno”. Il riferimento è, ovviamente, a piazzetta Santa Angela, per la quale è da poco stato presentato il progetto di restyling. Il numero uno della Fondazione ha poi voluto tracciare un bilancio della sua gestione: “Abbiamo lavorato sodo in situazioni difficilissime come il Covid, la guerra e la crisi energetica. Nonostante ciò, abbiamo proseguito la nostra opera a sostegno dei comuni di nostra competenza”. In questo periodo il patrimonio di Palazzo Cattani è cresciuto di quasi 3,5 milioni di euro, con la Fondazione Carifol che ha erogato quasi 4 milioni di euro. “Lasciamo a chi ci succederà una situazione buona”. Questa sera, venerdì 28 aprile, la nomina del nuovo Cda. Tornando alla “Spiaggetta”, a intervenire è stato anche il sindaco Stefano Zuccarini, che ha parlato di “sinergia tra istituzioni che ha permesso di recuperare una parte storica, punto di incontro per tanti giovani. Sono sicuro – ha commentato il sindaco – che il proficuo rapporto proseguirà anche con il nuovo Cda della Fondazione”. A spiegare l’opera di recupero è stato Bernardino Sperandio, direttore tecnico della Coobec di Spoleto, la cooperativa che si è occupata degli interventi. “Da un punto di vista materico, quest’opera è incredibilmente bella, perché in quegli anni i lavori si facevano con grande perizia. Le sedute erano abrase e fratturate e sono state quindi recuperate, sostituendo i pezzi con degli inserti e valorizzando la bella cortina in mattoni – ha detto Sperandio -. Per le sedute avremmo voluto utilizzare la pietra di Leggiana, molto bella e resistente, ma non l’abbiamo trovata. Per questo è stata utilizzata la pietra di Trani, dal colore molto simile. È stato un lavoro lungo e laborioso, con la ricostruzione di tutte le stuccature dei mattoni”. Quella dove insiste l’Esedra di Porta Romana è un’area che, da fine Ottocento ai giorni nostri, ha subito importanti trasformazioni. A partire dal 1869, quando venne deciso di demolire Porta Contrastanga, che versava in pessime condizioni. Gli uffici comunali conservavano, già da un anno prima, un progetto che prevedeva la sistemazione a semicerchio dell’ingresso della via che porta alla stazione, ovvero l’Esedra di Porta Romana. La cronistoria è stata illustrata dall’architetto Anna Conti, dirigente comunale all’Urbanistica. Nel 1871 la demolizione della Porta, per realizzare le palazzine per il dazio. Con il Piano regolatore del Bazzani (1928) e un suo progetto, a partire dal 1929 viene realizzato il Campo Littorio: un terreno per giocare a calcio e a tennis. La trasformazione della zona dietro l’Esedra inizia a partire dal 1923, quando una cooperativa realizza dei villini di edilizia economica ma di qualità architettonica. L’intervento di riqualificazione dell’Esedra è costato 100mila euro e, ora, si prevede anche la sistemazione delle aiuole e del verde pubblico, con l’abbattimento di un albero per nuove piantumazioni.

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