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Apertura ridotta per i Centri di salute mentale: l’allarme di Cimo-Fesmed

Pubblicato il 16 Novembre 2022 10:32 - Modificato il 5 Settembre 2023 10:28

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Da Foligno a Spoleto-Valnerina, passando per Terni, Orvieto e Narni-Amelia. In tutto il territorio dell’Usl Umbria 2, insomma, “entro la fine dell’anno i servizi territoriali garantiti dai diversi Centri di salute mentale saranno aperti cinque giorni a settimana, e non più sei”. A lanciare l’allarme su questa riduzione dell’offerta sanitaria, spiegando come la stessa rimodulazione riguardi pure i servizi del Dipartimento di prevenzione, è il sindacato dei medici Cimo-Fesmed. Sigla che, in una nota, evidenzia come il taglio sia arrivato sì in virtù del caro energia, ma a che costo. “Una decisione – dichiara prima di tutto il sindacato –, che abbiamo appreso con due distinte informative, adottata al fine di ridurre del 5% i costi della struttura (per raggiungere gli obiettivi 2022 assegnati dalla direzione generale) ed uniformare gli orari di apertura al pubblico dei Csm, tenuto conto delle croniche carenze di personale”. Tuttavia, stando a quanto riferito da Cimo-Fesmed, la decisione è stata presa senza il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali di categoria, nonostante l’argomento trattato sia oggetto di confronto e contrattazione sindacale.

Sulla vicenda è intervenuto quindi il segretario aziendale Cimo-Fesmed, Francesco Corea, il quale ha ricordato come “il Csm dovrebbe garantire una apertura al pubblico per dodici ore al giorno su sei giorni lavorativi, senza prevedere in orario diurno la pronta disponibilità dei medici, un istituto che non può essere esteso a turni diversi da quello notturno e festivo”. Inevitabili, per Corea, le ricadute: “La riduzione dell’offerta sanitaria del territorio – osserva in questo senso – aumenterà il rischio di un ricorso improprio al Pronto soccorso da parte dei cittadini”. Da qui la richiesta del sindacato, rivolta alla direzione, di non modificare gli orari di apertura al pubblico dei servizi del Dp e del Csm e di avviare immediatamente la contrattazione integrativa.  

Dialogo e confronto con la controparte pubblica risultano quindi fondamentali secondo il presidente regionale Cimo-Fesmed, Cristina Cenci, per arrivare ad importanti spunti di discussione, “che, nel rispetto delle regole contrattuali e normative – ha detto la stessa Cenci -, possano comunque permettere all’azienda di risparmiare, senza incidere negativamente sulla qualità e quantità dell’assistenza territoriale”. Diversamente, sempre stando a quanto riferito dalla sindacalista, “si otterrà l’effetto opposto rispetto a quanto auspicato nelle note inviateci, e si metterà a rischio la tenuta del sistema salute e dell’ospedale che, in assenza di servizi sul territorio, sarà costretto a vicariarne la funzione”.  

Da Foligno, il consigliere comunale in quota Partito democratico Rita Barbetti aveva dal canto suo già acceso i riflettori sulla vicenda. La “dem” nei giorni scorsi scriveva infatti così sui social: “I Centri di salute mentale nel territorio della Usl Umbria 2, di solito aperti 12 ore al giorno, 6 giorni su 7, dal 14 novembre saranno aperti 5 giorni di mattina e solo tre di pomeriggio. In un periodo in cui i disagi sociali sono gravi e diffusi, in seguito ad isolamento, guerra e povertà, si vanno a diminuire gli aiuti alle fragilità. Si gestisce la sanità – aveva quindi attaccato Barbetti – come se fosse un bene di lusso e non un bisogno primario”.

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