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Cala il premio di produzione di Oma. I sindacati: “Cartina tornasole dello stato di salute”

Pubblicato il 16 Luglio 2020 17:38 - Modificato il 5 Settembre 2023 13:33

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Il crollo del premio di risultato aziendale dell’Oma Tonti preoccupa Fim, Fiom e Uilm. Sul banco degli imputati ci sarebbe, come detto, il crollo del premio risultato che l’azienda di Foligno ha riconosciuto ai propri dipendenti: in due anni una flessione passata dai 1700 euro medi del passato ai 170 euro medi odierni. Il sindacato ha lanciato dunque l’allarme, sostenendo che la situazione non è altro che la “cartina di tornasole dello stato di salute aziendale”. L’ufficialità della notizia relativa al taglio del premio di risultato era arrivata nel corso dell’incontro dello scorso 8 luglio nella sede di Confindustria di Perugia tra le segreterie regionali e territoriali Fim, Fiom e Uilm, insieme alla rsu aziendale, ed il presidente di Oma, Umberto Tonti. Un quadro, quello emerso, che, stando a quanto dicono le sigle sindacali, certificherebbe l’andamento aziendale nell’anno di riferimento 2019 prendendo in esame parametri quali fatturato, fatturato pro capite ed Ebit. Sempre da parte sindacale, viene sottolineato, poi, come sia un paradosso che in presenza di un fatturato generale sempre in crescita – trend confermato anche nel 2019 – il premio di risultato si sia ridotto a qualche decina di euro. Un premio che, hanno ricordato, dal 2018 è stato sempre in calo: il vecchio accordo firmato tra organizzazioni sindacali ed il precedente presidente, nel 2018, appunto, riconosceva ai lavoratori una somma di 1700 euro; lo scorso anno, a seguito del nuovo premio voluto dall’attuale presidenza, l’importo era passato a circa 1000 euro, fino ad arrivare ai 170 euro attuali. “Ad alimentare forti dubbi sul futuro dell’azienda e sulle relative ricadute sul tessuto sociale, visto i circa 650 dipendenti – hanno detto i sindacati –, c’è il fatto che solo uno dei fattori inclusi nel premio sia stato premiante, quello, cioè, relativo agli scarti”. Al netto della situazione, Fim Fiom e Uilm intendono sapere quali strategie l’azienda è pronta a mettere in atto, “visto che – hanno aggiunto – emerge che le scelte finora assunte non hanno portato ai risultati sperati”.

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