6.7 C
Foligno
giovedì, Aprile 18, 2024
HomeCulturaDimmi che mascherina porti e ti dirò chi sei

Dimmi che mascherina porti e ti dirò chi sei

Pubblicato il 2 Giugno 2020 08:16 - Modificato il 5 Settembre 2023 13:42

Tienimi informato

Rimani sempre aggiornato sui fatti del giorno

Ultimi articoli

“San Carlo” ancora da sold out con Agatha Christie. In un anno oltre 11mila presenze

La Compagnia stabile diretta da Giacomo Nappini Casuzzi pronta a tornare in scena con “Dieci piccoli indiani”, mentre a maggio toccherà a “Pinocchio”. Già messe nero su bianco le prossime tre stagioni: in cantiere anche uno spettacolo su San Francesco

Giovedì nuovo appuntamento al Cnos-Fap con “Oggi cucino io”

A indossare grembiule e cappello da chef sarà, questa volta, il direttore della Gazzetta di Foligno e Radio Gente Umbra, Fabio Luccioli

Il magistrato Fausto Cardella incontra gli studenti dello “Scarpellini”

Gli studenti dell’Istituto Tecnico Economico hanno avuto l'occasione di ascoltare e parlare da vicino con il giudice, parte attiva dei processi antimafia degli anni ’90. Donato agli alunni l’albero di Falcone, simbolo di lotta alle mafia e ad ogni forma di criminalità organizzata

“…capiremo che il peggio è passato quando vedremo in farmacia l’offerta 3×2 sulle mascherine”

In questi ultimi tempi stiamo assistendo ad un “tutti contro tutti” sull’uso delle mascherine, partendo dal governo che probabilmente le impone anche dove realmente non servono, attuando una comunicazione fumosa e impenetrabile ai più, fino ad arrivare ai complottisti tastiera muniti, che si lanciano in voli pindarici su fantomatiche patologie cronico degenerative che le mascherine potrebbero causare.

Ma allora la verità dove si pone? possibile che tra i social network, la stampa, e la dimensione iconico verbale, non si riesce più a discernere una notizia vera da una palesemente falsa?

Io penso che l’unica arma che possa venirci in aiuto rimane sempre la scienza, ma la scienza quella vera, quella fatta di studi scientifici rigorosi che vengono discussi e messi a disposizione di tutta la comunità scientifica per un’attenta revisione, e solo dopo pubblicati sulle maggiori riviste del settore, diffidiamo di quella scienza che urla, di quella scienza che è ospite fissa in alcuni talk show, di quella scienza che parla anche se non vede un laboratorio o un reparto di un ospedale da almeno 20 anni.

Per fare un po’ di chiarezza ho preso in esame un recentissimo studio pubblicato il 22 maggio 2020 su “ ANNALS OF INTERNATIONAL MEDICINE dal titolo “Cloth Masks May Prevent Trasmission of Covid-19: An Evidence-Based Approach” (https://www.acpjournals.org/doi/10.7326/M20-2567#.XszQIkvvyV8.email).

Questo articolo mette in evidenza come Il distanziamento sociale, l’igiene delle mani e la disinfezione delle superfici restano i capisaldi del controllo dell’infezione durante questa pandemia. Ma allo stesso tempo gli studiosi bacchettano i governi di quegli Stati in cui le raccomandazioni all’uso delle mascherine sono state fornite in modo frettoloso ed approssimativo, soprattutto per quanto riguarda quelle non mediche, ovvero quelle di semplice stoffa, che a volte sono state autoprodotte in casa.

La prima cosa che lo studio ci riporta è che il tessuto non ferma i “virioni isolati”. 

Tuttavia questo non ci deve spaventare in quanto la maggior parte della trasmissione del virus avviene con particelle più grandi attraverso le secrezioni che vengono generate direttamente parlando, tossendo, o starnutendo. Il punto su cui dobbiamo focalizzare la nostra attenzione quindi non è se alcune di queste particelle possano penetrare nella nostra mascherina di stoffa, ma se queste mascherine fermino le particelle verso l’esterno, perché ogni particella carica del virus che viene trattenuta non si trasformi in aerosol che potrebbe essere respirato, o non cada su oggetti che al semplice contatto potrebbero diventare un veicolo di infezione.

Ma andiamo a vedere nello specifico come si è indagato sulle diverse efficienze di filtrazione delle varie mascherine. 

Cercando di semplificare il più possibile i dati dello studio, esso evidenzia che il tessuto di cotone può bloccare le goccioline di aerosol, e che aggiungendo altri strati si ha una maggiore efficienza. 

Una parte dello studio ha sperimentato l’efficienza di filtrazione per ogni singolo strato di stoffa di cotone attraverso un bioaerosol di 0,2 µm ed il risultato è stato tra il 43% e il 94% di filtrazione, rispetto al 98-99% delle mascherine medico chirurgiche usa e getta. Ma i ricercatori hanno anche messo sotto osservazione i singoli rimedi casalinghi tipo sciarpe, fazzoletti, e foulard, ovvero ciò che all’inizio della pandemia veniva raccomandato di usare visto l’impossibilità di reperire mascherine adatte. I dati restituiti mostrano una capacità filtrante di questi tessuti che va dal 10 al 40% mentre per i tessuti di cotone doppio (tipo canovaccio) la capacità filtrante arrivava fino al 83% rispetto sempre al 98-99% di una mascherina medico chirurgica, mentre il tessuto di un singolo strato di una t-shirt arriva fino al 51%. 

Uno studio pubblicato sempre nel 2020 su ACS Publications (https://pubs.acs.org/doi/abs/10.1021/acsnano.0c03252) conferma che alcuni tessuti bloccano percentuali clinicamente significative di trasmissione per gli aerosol anche in singoli strati, certo è che strati multipli ne migliorano l’efficienza (sempre se non vanno a discapito della respirazione).

Lo studio in oggetto si è soffermato anche sulla capacità di raccolta dei batteri sulla faccia esterna delle mascherine di stoffa, sono stati messi a confronto soggetti senza mascherina e soggetti che ne indossavano una di stoffa fatta con Mussola (è un tessuto molto leggero in armatura tela e a trama molto rada simile alla garza da medicazione) e Flanella. 

Rispetto a chi non indossava nessun tipo di protezione il campione protetto da quelle di stoffa (mussola e flanella) ha evidenziato una riduzione del recupero di batteri trasportati dall’aria dal 99,3 al 99,9%, mentre quelli trasportati da aerosol venivano recuperati dall’88 al 99%.

Questo studio aiuta a capire che quando applichiamo i principi della medicina basata sull’evidenza al grande pubblico, ci sono prove coerenti e di alta qualità che molte (ma non tutte) mascherine di stoffa riducono la trasmissione di goccioline e aerosol, e possono essere efficaci nel ridurre la contaminazione dell’ambiente da qualsiasi virus. 

Data la gravità di questa pandemia e la difficoltà di controllo, lo studio suggerisce che il possibile beneficio di una modesta riduzione della trasmissione, probabilmente superi la possibilità di danni, anche perché non esiste nessuna evidenza scientifica di danni provocati da mascherine. 

La riduzione della trasmissione verso l’esterno e la ridotta contaminazione dell’ambiente sono i principali meccanismi proposti e quello su cui dovremo basarci quando indossiamo una mascherina, e soprattutto dovremmo orientarci sul senso di altruismo e alla necessità di proteggere gli altri. Lo studio riconosce anche delle possibili conseguenze indesiderate sull’uso dei dispositivi di protezione personale da parte del grande pubblico, l’uso scorretto di maschere di stoffa o una ridotta igiene delle mani è causa di un falso senso di sicurezza. Ma ci chiarisce anche che queste problematiche possono essere attenuate controllando la distribuzione di questi Dispositivi di Sicurezza Individuale, ed emanando una comunicazione sociale chiara e pertinente.

Sostenere che in una popolazione a basse risorse o in condizioni di povertà, la produzione di mascherine di stoffa possa tranquillamente essere delegata all’autoproduzione (con qualsiasi materiale), tanto meglio autoprodotte senza certificazioni che niente, è un “errore di salute pubblica”, uno Stato serio al limite interviene con la produzione e la distribuzione locale di maschere autoprodotte di stoffa, ma sempre basata su prove di filtrazione e materiali adatti, altrimenti diventa una “roulette russa” giocata con la salute delle persone più fragili.

Ma ora che ne sappiamo un po’ di più su queste mascherine, una risposta se sono utili ce la possiamo dare?

Personalmente ritengo che la risposta è più semplice del previsto ed è sempre la stessa, la mascherina va indossata solo quando non è possibile mantenere la distanza di sicurezza, sia sul lavoro che nella vita quotidiana, è inutile passare tutta la giornata con indosso la mascherina.

Quindi se siete tra quelli che guidano la macchina con la mascherina e guanti indosso, non vi stupite se la gente al vostro passaggio vi regala un sorriso, e soprattutto smettiamo di essere tutti virologi, altrimenti quando entreremo nella fase 3, il numero di esperti di Covid-19 avrà superato quello dei contagiati.

Articoli correlati