Dopo la rete messa a segno contro lo Strettura 87, l’attaccante del Trevi Antonio Brunelli è intervenuto ai microfoni di Radio Gente Umbra nella trasmissione “Golden Gol”, in onda tutti i lunedì dalle 19. Il bomber trevano ha fatto il punto della situazione a cinque giornate dall’inizio del campionato. “In qualche gara abbiamo raccolto meno di quanto abbiamo seminato, al contrario della gara contro lo Strettura 87. Con la Tiber ed il Cascia ad esempio meritavamo qualcosa in più, però il calcio è questo – afferma Brunelli – domenica servivano i tre punti e sono stati centrati ed è questa la cosa importante. Contro il Ciconia domenica prossima avremo un’altra partita importantissima. Proveremo a dare continuità ai risultati”. L’attaccante trevano poi parla della divisione tra girone A e girone C di Prima Categoria delle formazioni folignati: “due anni fa ho disputato il girone A ed in quel raggruppamento trovi molte più squadre organizzate con una mentalità più calcistica. Il girone C invece è molto più fisico, anche se quest’anno è un bel girone – spiega l’attaccante – la Fornolese ad esempio è una squadra che ha dei giocatori molto importati. Il nostro è un girone duro”. A cosa guarda il Trevi per questa stagione? “Pensiamo alla salvezza. Lo scorso anno è stato l’anno della fusione e quindi ci sono delle problematiche particolari – afferma Brunelli – questo sarà invece l’anno zero. La società ha fatto un lavoro incredibile con il settore giovanile, ha riportato tanti ragazzi ed è stato ristrutturato tutto. Per quanto riguarda la prima squadra – prosegue – noi pensiamo ad una salvezza tranquilla e poi vedremo. A gennaio vediamo come siamo messi e poi ci penseremo. Non mi nascondo, la squadra può anche raggiungere i playoff”. Obiettivo personale di Brunelli? “Non sono ipocrita. Io la classifica cannonieri la guardo, ma non mi pongo mai dei limiti – conclude – spero di segnare il più possibile. Prima viene la squadra, ma anche gli obiettivi personali sono importanti”.
In fondo all’articolo è possibile riascoltare l’intervista ad Antonio Brunelli