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Spoleto, è polemica dopo la sentenza del Tar sul concorso di chirurgia

Pubblicato il 6 Agosto 2015 17:04 - Modificato il 5 Settembre 2023 23:23

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Il Tar dell’Umbria non ha ritenuto manifestamente infondato il ricorso presentato dal dottor Alberto Patriti relativamente al concorso per primario di chirurgia all’Ospedale di Spoleto, che lo ha visto classificarsi quinto nonostante un punteggio di titoli molto alto. Così, anche se il medico avrebbe di fatto rinunciato al ricorso, chiedendo la compensazione delle spese processuali fra le parti, i magistrati Cesare Lamberti, Stefano Fantini e Paolo Amovilli sono entrati nel merito della questione e più in particolare del concorso vinto dal dottor Giampaolo Castagnoli. Nelle motivazioni della sentenza – che obbliga l’Ausl Umbria 2 a pagare le spese –, infatti, tra le altre cose, si legge che la valutazione dei curricula rivela incongruenze “con riferimento al punteggio attribuito per le istituzioni presso le quali i candidati hanno prestato la loro attività, per la posizione funzionale e per la tipologia qualitativa e quantitativa delle prestazioni”. Altre poi per quanto riguarda le modalità di valutazione delle capacità professionali, oltre ad una carente valutazione della competenza nella tecnica operativa robotica. Ma il direttore generale dall’Ausl Umbria 2 Sandro Fratini non ci sta. “Sono rimasto allibito”, dichiara. “Ormai, purtroppo, in Italia ognuno dice la sua. I giudici hanno voluto entrare nel merito della vicenda – aggiunge – dando la loro opinione, benissimo, ma allora se il ricorso del dottor Patriti non era infondato, perché non hanno proceduto? Il collegio giudicante ha detto delle cose che non hanno nessuna efficacia perché il ricorso non c’è”. Non essendoci più il ricorso quindi la graduatoria rimane valida con Castagnoli primario di chirurgia, mentre a Patriti, dalla settimana scorsa, è toccata la nomina provvisoria a coordinatore della struttura semplice dipartimentale di chirurgia robotica, che dovrebbe diventare definitiva entro settembre, per poi essere eventualmente riconfermata ogni tre anni previa valutazione annuale. Ma questa vicenda sta comunque generando diverse polemiche, tanto che da più parti sono state chieste le dimissioni del dg Fratini. Dopo il sindaco di Spoleto Fabrizio Cardarelli, a chiedere la sua testa sono anche i capigruppo di maggioranza in consiglio comunale Gianluca Speranza (Spoleto Popolare) e Zefferino Monini (Rinnovamento). Anche su questo punto il numero uno di Ausl Umbria 2 non sembra essere spaventato.”Non mi preoccupo affatto se qualcuno del consiglio comunale di Spoleto chiede le mie dimissioni”, sottolinea. “Rimango soltanto perplesso perché penso che questo paese abbia bisogno di essere governato e se ci si concentrasse di più sulle cose serie andrebbe tutto per il meglio. Continuerò a fare il mio lavoro – sostiene – nel miglior modo possibile, come credo di aver fatto fino ad ora. Certo non devo accontentare i sindaci – conclude – devo portare avanti un progetto sanitario che valga per la gente e non per i rappresentanti istituzionali”. Intanto si aspetta di conoscere l’esito dell’incontro fissato dal primo cittadino Cardarelli con i legali del Comune per decidere come procedere sulla vicenda.

Ha collaborato Annalisa Marzano

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