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Spoleto, rinnovato il protocollo tra Comune e Cisom ma non si placano le polemiche

Pubblicato il 4 Luglio 2016 14:43 - Modificato il 5 Settembre 2023 19:55

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La notizia è che il Comune di Spoleto e il Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta (Cisom) hanno rinnovato il protocollo d’intesa. E questo è successo solo poche ore fa. Ma quella della sezione spoletina è una vicenda su cui ci sono poche luci e tante ombre, e soprattutto tante versioni rispetto a ciò che accadde in realtà circa quattro mesi fa e che portò a una sorta di commissariamento anche a seguito delle dimissioni di ben 29 volontari su 31. Una sorta di azione solidale nei confronti dell’allora responsabile Dante Rossi, a cui i vertici nazionali contestarono alcune anomalie amministrative nella gestione dell’associazione locale. Tutte da appurare, naturalmente. E che di versioni ce ne siano più di una su ciò che in realtà successe a febbraio scorso, è testimoniato anche dal fatto che, dopo la nota inviata dal Comune di Spoleto circa il rinnovo del protocollo d’intesa con il Cisom nazionale, si è scatenata una sorta di “guerra verbale”. Con ogni soggetto in causa che esprime la sua sotto diverse forme. “Siete un esempio a cui i giovani e tutti i nostri concittadini guardano con ammirazione e gratitudine”, sono state le parole del sindaco Fabrizio Cardarelli al momento del rinnovo del protocollo, frase rivolta ai 15 volontari che oggi fanno parte integrante del corpo di Spoleto (ce ne sarebbero inoltre almeno altri 6 in iter di ingresso e entro luglio è in programma la nomina del nuovo capogruppo). “Ringrazio il Cisom per ciò che ha fatto negli scorsi anni e per quanto farà per il futuro”, ha aggiunto. Ed è stata proprio questa la frase che ha indotto l’ex presidente Dante Rossi a postare su Facebook un’affermazione chiara e inequivocabile rispetto alla frizione irreparabile che si è creata, anche in questo caso, tra tutte le parti in causa. “Ammettere che è stato fatto un ottimo lavoro negli anni passati da coloro a cui ha gettato fango addosso, non ha prezzo. Vorrei ricordare che quelli che hanno fatto un ottimo lavoro non ci sono più”, ha scritto ricevendo poi il supporto di molti degli ormai ex Cisom, ma comunque parte integrante de Le Aquile, e la cui appartenenza, in contemporanea, anche a questo gruppo è costato il “richiamo” da parte dei vertici nazionali e le conseguenti dimissioni di massa dei volontari. “Il regolamento del Cisom prevede l’incompatibilità ad appartenere a due o più realtà organizzate impegnate nel medesimo settore, ovvero quello della Protezione civile – fu la spiegazione dei massimi vertici del Cisom nazionale all’indomani del commissariamento della sezione spoletina – è evidente per il Cisom che uno stesso volontario non può rivestire il medesimo ruolo operativo nella medesima esigenza e nel medesimo luogo, per questo si è resa necessaria la verifica di alcune irregolarità causate dalla sovrapposizione, rimasta irrisolta nonostante i ripetuti inviti, tra l’associazione Le Aquile e il Cisom”. Resta il mistero anche sui mezzi che gli ormai ex Cisom dissero che vennero impropriamente portati via, dato che in parte portati in “dote” proprio da Le Aquile. Ma anche in questo caso le versioni sono contrastanti. “Non sono mai stati portati via – ha tenuto a puntualizzare la coordinatrice della Protezione civile di Spoleto, Stefania Fabiani – a quei mezzi è stata fatta solo manutenzione. Il Cisom di Spoleto è operativo, e lo è stato anche in diverse manifestazioni negli ultimi tempi, ha cambiato solo le persone”. Ora, se sarà mai possibile trovare il bandolo della matassa in tutta questa vicenda, non è certamente dato saperlo. Sta di fatto che “continuare il lavoro iniziato più di tre anni fa, condividendo procedure e strumenti di collaborazione per il raggiungimento di obiettivi comuni in materia di Protezione civile è lo scopo del protocollo d’intesa rinnovato tra il Comune di Spoleto e il Cisom – è scritto nella nota del Comune di Spoleto – dopo tanti anni si ribadisce così l’impegno, da parte del Cisom, di essere elemento di aggregazione e sensibilizzazione della cittadinanza; a fare prevenzione e salvaguardia sul territorio comunale e regionale, nel campo della previsione dei rischi e nella gestione e superamento delle emergenze”. “Vogliamo portare avanti il lavoro iniziato anni fa, rendendo sempre più forte e operativa la nostra presenza sul territorio, sia in situazioni di emergenza che nel periodo ordinario”, ha detto Mauro Casinghini, direttore nazionale del Cisom poco prima della firma del protocollo. “L’Umbria è una zona ad alto rischio sismico e, non meno, di altre calamità naturali e di origine antropica – è stato detto – per questo motivo è importante rafforzare la presenza e la formazione permanente dei volontari, per mantenere alto il livello qualitativo e di efficacia dell’intervento in situazioni di emergenza reale”.

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