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Vini, la Doc Spoleto sarà tutelata dal Consorzio montefalchese

Pubblicato il 11 Luglio 2019 12:27 - Modificato il 5 Settembre 2023 14:48

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Non più solo Montefalco Doc e Docg. Il Consorzio Tutela Vini Montefalco guidato dal presidente Filippo Antonelli ha infatti deciso di aggiungere anche la Doc Spoleto tra le denominazioni rappresentate e tutelate.

La decisione è stata presa all’unanimità dai soci nel corso di un’assemblea straordinaria e rappresenta un traguardo molto importante per entrambe le denominazioni, “grazie al quale – spiegano dal Consorzio montefalchese – si potranno sviluppare strategie comuni per la tutela e la promozione dei vini ottenuti da Sagrantino e Trebbiano Spoletino, accomunati da una indiscussa unicità ed una straordinaria longevità, oltre che da un territorio unico al mondo per storia, cultura, paesaggio”. Soddisfattto il presidente Antonelli.

“Grazie a questo importante passaggio – ha dichiarato – completiamo la tutela e l’immagine di un territorio che vanta varietà autoctone di grande valore con un paniere molto eterogeneo e sempre più interessante”. Accanto ai grandi rossi, infatti, si fanno sempre più strada anche i bianchi. Tra questi il Montefalco Bianco, che vede sempre più protagonista il Trebbiano Spoletino, il Montefalco Grechetto e – come detto – ora la Doc Spoleto”.

E proprio il Trebbiano Spoletino sta ottenendo importanti successi. “Si tratta di una realtà produttiva in grandissima crescita – ha sottolineato Filippo Antonelli -, molto apprezzata soprattutto nei mercati esteri ma con una produzione largamente inferiore alla domanda”.

Tornando alla Doc Spoleto, l’inserimento della denominazione tra quelle tutelate dal Consorzio di Montefalco rappresenta anche il superamento di passate divergenze tra i territori, ponendosi di fatto come il primo capitolo di collaborazione e di integrazione tra i territori di Spoleto e di Montefalco: Spoleto, Trevi, Foligno, Montefalco, Bevagna, Castel Ritaldi, Gualdo Cattaneo e Giano dell’Umbria.

Prossimo step, la rappresentatività necessaria ai fini dell’erga omnes anche per il nuovo territorio tutelato.

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