Chiunque sia stato stato il padre di una malattia, una alimentazione non corretta ne è stata la madre. (George Herbert)
Partiamo da un probabile assunto nutrizionale della nostra società, “i nostri figli oggi hanno una disponibilità di alimenti e un accesso al cibo praticamente illimitato!”
Le attuali leggi di mercato spingono le multinazionali del cibo a creare campagne pubblicitarie e strategie aggressive, ma soprattutto abili ed efficaci. I media offrono ai ragazzi di oggi stimoli continui all’assunzione di cibi attraenti e ipercalorici, soprattutto nella forma di spuntini iperenergetici e raffinati, da consumare in qualsiasi momento della giornata. E mentre le disponibilità al consumo di cibo sono aumentate, le occasioni di fare attività fisica all’aperto si sono drasticamente ridotte nella maggioranza di casi con un paio d’ore per settimana.
La letteratura di riferimento evidenzia anche un’eccessiva assunzione di alimenti di provenienza animale e di dolciumi vari ricchi in zuccheri semplici, mentre il consumo di alimenti vegetali come frutta verdura e legumi, è al disotto delle quantità raccomandate (400gr/die) dall’organismo internazionale di riferimento. (WHO, 2004).
Questa situazione si verifica proprio quando nella comunità scientifica mondiale è sempre più diffusa la convinzione che la presenza di generose quantità di prodotti vegetali nella nostra dieta giornaliera quotidiana sia essenziale per garantire ai nostri ragazzi il mantenimento di uno stato di salute psicofisica ottimale. E questo non soltanto per l’importante contributo che gli alimenti di origine vegetale apportano al senso di sazietà, al controllo del peso, e al funzionamento dell’apparato gastro intestinale.
Altri punti critici nel comportamento alimentare dei nostri ragazzi sono l’alimentazione monotona e la marcata tendenza a trascurare la prima colazione. In relazione a quest’ultimo aspetto, studi condotti dall’INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione) sui ragazzi della scuola dell’obbligo hanno evidenziato che il 30% dei soggetti esaminati la consuma saltuariamente e più del 25% la ignora completamente. Questo comportamento favorisce l’assunzione di pasti più squilibrati nel resto della giornata, con conseguenze negative sullo stato nutrizionale complessivo. È scientificamente provato che il consumo di una prima colazione adeguata contribuisce ad una alimentazione bilanciata, e nello stesso tempo esercita una influenza positiva su diverse variabili fisiologiche e sul controllo dell’appetito.
In questo scenario diventa sempre più importante che i nostri ragazzi imparino le regole di una sana alimentazione per costruire uno stato di salute che li porti a rafforzare le loro difese immunitarie ed a scongiurare tutte quelle malattie metabolico-degenerative (obesità e sue sequele) che nella nostra società industrializzata stanno divenendo le prime cause di morte precoce.
Rubrica a cura del dr. Mercuri Leonardo, dietista A.N.D.I.D.