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I dazi Usa spaventano anche il Sagrantino. Antonelli: “Mercato in stallo, incrociamo le dita”

Pubblicato il 30 Gennaio 2020 11:44 - Modificato il 5 Settembre 2023 14:09

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Produttori vitivinicoli con le dita incrociate. Accade su tutto il territorio italiano, Umbria compresa. Il motivo è presto che detto: il rischio di dazi da parte degli Stati Uniti. Se in un primo momento, infatti, si pensava che il vino così come l’olio italiani fossero stati graziati, diversamente da quanto accaduto ad altre eccellenze enogastronomiche del Bel Paese come il Parmigiano Reggiano, ci si è dovuti ricredere. La partita dei dazi sembrerebbe, infatti, non essersi ancora chiusa. Ad intervenire sulla vicenda è Filippo Antonelli, presidente del Consorzio tutela vini di Montefalco, intervistato dalla redazione di Radio Gente Umbra. “Attualmente, non solamente noi di Montefalco – ha affermato il presidente – siamo in un momento molto delicato, perché Trump ha paventato dei dazi che possono arrivare al 100% del valore del vino ed entro la metà di febbraio si pronuncerà. Fino ad allora il mercato è completamente chiuso, perché nessuno importa nessuna bottiglia in questi mesi perché tutti hanno paura di doversi accollare questo tipo di dazio mentre il vino è in viaggio in mare: rimaniamo con le dita incrociate”.

Gli Stati Uniti, così come sottolineato da Filippo Antonelli, rappresentano oggi uno dei mercati internazionali più importanti per il settore vitivinicolo, insieme a Paesi come la Cina. L’ingresso del Sagrantino su entrambe le piazze, in percentuali sempre più consistenti, consentirebbe infatti di alzare ulteriormente l’asticella dell’export, che si aggira oggi tra il 30 ed il 40 per cento. L’obiettivo dei produttori di Montefalco, come sostenuto dal presidente Antonelli, è infatti quello di toccare quota settanta per cento. Il presidente Antonelli, nella sua intervista radiofonica, ha parlato inoltre delle prospettive future per il settore vitivinicolo e dell’enoturismo, insieme anche ai prossimi importanti eventi per Montefalco. Ecco l’intervista.

Presidente, iniziamo dagli eventi del 2020. Il primo in agenda è Anteprima Sagrantino per il 24 e 25 febbraio. Quali le novità?

“Per noi è l’appuntamento più importante dell’anno. Questo è il periodo in cui tutti i territori presentano i loro vini e noi veniamo poco dopo la presentazione del Barolo e la presentazione dei vini in Toscana. Ci sono tante novità. Intanto si toglie il velo sull’annata, visto che il Sagrantino esce il primo gennaio del quarto anno dalla vendemmia, anche se poi alcuni produttori escono più tardi perché reputano che c’è bisogno di più tempo. Usciremo quest’anno con l’annata 2016, per noi molto bella, fresca ed elegante: vedremo come sarà classificata. Ad Anteprima Sagrantino, una delle cose che si fa è proprio quella di classificare l’annata e dare un punteggio. Il punteggio è sempre stato dato in stelle (da uno a cinque), mentre da quest’anno oltre alle stelle si approfondirà di più il giudizio con i centesimi per circostanziare meglio la qualità. A votare saranno tre gruppi: enologi e produttori del territorio, un sommelier ed un giornalista di vino, infine il terzo punteggio sarà popolare. Chi verrà a Montefalco per Anteprima Sagrantino, potrà contribuire all’assegnazione del punteggio”.

Ricordiamo infatti che Anteprima Sagrantino è la vetrina con cui il vino di Montefalco si presenta alla stampa nazionale ed internazionale. La commissione esterna ha già valutato l’annata 2016 con un giudizio positivo. Si parla di un vino che saprà stare bene sui mercati internazionali…

“Questo tipo di annate eleganti sono molto apprezzate sui mercati internazionali. E’ proprio lì che noi puntiamo alla nostra crescita in termini di bottiglie, soprattutto per il Sagrantino che è un vino importante. Primo fra tutti ci sono gli Stati Uniti, che rimangono il mercato di riferimento visto che amano questo tipo di vini. Attualmente, non solamente noi di Montefalco, siamo in un momento molto delicato, perché Trump ha paventato dei dazi che possono arrivare al 100% del valore del vino ed entro la metà di febbraio l’America si pronuncerà su questo fronte. Fino ad allora il mercato è completamente chiuso, visto che nessuno importa bottiglie con il rischio di doversi accollare questo tipo di dazio mentre il vino è in viaggio in mare: rimaniamo con le dita incrociate”.

Quanto incide oggi l’estero nella produzione del vino di Montefalco?

“Direttamente l’estero incide tra un 30 ed un 40%. Poi però dobbiamo considerare tutti i turisti e gli stranieri che vengono in cantina ad acquistare vino e quindi arriviamo ad un 50%, ovvero la metà della nostra produzione. Noi vorremmo arrivare a territori simili a noi come quelle della Toscana, ovvero fino al 70% dell’export”.

Ad Anteprima Sagrantino si parlerà anche di un nuovo arrivo per il Consorzio tutela vini di Montefalco…

“Da pochissimo è arrivato il riconoscimento da parte del Ministero per promuovere e tutelare la Doc Spoleto, che vede nel Trebbiano spoletino la sua interpretazione più importante. Da oggi quindi il Consorzio non è solamente Montefalco Rosso, Bianco, Grechetto e la Docg Sagrantino, ma anche la Doc Spoleto. Il Trebbiano spoletino si sta rivelando un vino sempre più interessante e c’è un vero boom anche nell’impianto dei vigneti di questa varietà, molto longeva per certi versi. Ora la nostra offerta di vini è molto più variegata, anche se il Sagrantino rimarrà la nostra punta di diamante”.

Questo 2020 porta con sé tante novità che dovrete affrontare con la nuova governance della Regione. La presidente Tesei conosce bene Montefalco per ovvie ragioni, ma anche tutto il resto della Giunta dovrà approfondire le vostre questioni.

“La prossima settimana avremo un incontro con l’assessore all’agricoltura, che per noi è molto importante perché dovremmo esporre i nostri progetti. Siamo in un momento di ristrettezza per quanto riguarda i finanziamenti comunitari, per cui siamo ansiosi di incontrarlo per illustrare le questioni che non riguardano solo Montefalco ma tutta l’Umbria. Per molte azioni infatti, camminiamo insieme alle altre denominazioni della regione per promuovere eventi all’estero”.

C’è qualche azione particolare che volete presentare all’assessore?

“Quello della promozione. Su questo fronte abbiamo presentato un progetto per farci conoscere in Cina e negli Stati Uniti. Certo, ora proprio in Cina è un momento delicato, ma abbiamo un bel progetto per partecipare anche a delle fiere in questo paese. L’enoturismo per noi è fondamentale. Non possiamo limitarci solamente a vendere le bottiglie all’estero, ma dobbiamo far vivere alle persone l’esperienza dell’Umbria. Rappresento anche il Movimento turismo del vino e come associazione ed abbiamo incontrato l’assessore Agabiti, con la quale stiamo lavorando per lanciare il portale internet “UmbriaTourism”. Da pochi mesi inoltre, la filiera dell’enoturismo ha trovato la sua dignità, visto che è arrivata una legge specifica da parte del Ministero per riconoscerla come una vera e propria attività. Ora c’è un riconoscimento amministrativo e fiscale e stiamo lavorando per mettere in pratica queste novità sull’enoturismo”.

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