“No alla propaganda russa a Foligno”. È questo lo slogan partito dalla comunità ucraina che vive in città. La stessa che si ritroverà domenica 25 febbraio (ore 15) in piazza Matteotti, per manifestare il proprio dissenso rispetto alla scelta del Comune di concedere il patrocinio e la sala Faloci Pulignani di palazzo Trinci per la proiezione di un film filo-russo sull’attuale conflitto alle porte d’Europa. Il raduno in piazza sarà anche l’occasione per chiedere nuovamente il cessate il fuoco, a due anni esatti dall’invasione ucraina della Russia. “Mentre il governo italiano sostiene l’Ucraina – afferma Kateryna Ketsman, presidente della Casa dei Popoli e referente della comunità ucraina cittadina – a Foligno si decide di dare il patrocinio e mettere a disposizione degli spazi comunali a un film realizzato dalla propaganda di Putin: è inaccettabile”. Alla manifestazione prenderanno parte anche cittadini ucraini provenienti da diverse zone del centro Italia, come Rimini e Ancona. Diverse le associazioni e i partiti che hanno deciso di aderire e che saranno presenti domenica, tra cui Azione Umbria, Foligno24, CiviciX, Partito democratico, Foligno 2030, Foligno in Comune, Movimento 5 stelle, Unione per l’Ucraina e Leleka.
La proiezione del film “Il testimone” è stata dapprima prevista e poi bloccata in altre città d’Italia, tra cui Firenze e Bologna. “La pellicola – spiega Kateryna Ketsman – è stata sostenuta dai militari e dal ministero della Cultura russo e non si può accettare che, questa propaganda contro l’Ucraina, ottenga il patrocinio di un Comune”.
Alle le reazioni politiche degli scorsi giorni nei confronti di palazzo Orfini Podestà, in queste ultime ore si è aggiunta quella della deputata del Movimento 5 stelle Emma Pavanelli, che parla di “scelta inconcepibile. Sembra uno scherzo di pessimo gusto – dice Pavanelli – e invece è la triste realtà”. Per la sezione cittadina di Alternativa popolare, il sindaco Zuccarini “per giustificare tale scelta dichiara alla stampa ‘qui parlano tutti’, dimenticando che proprio il giorno precedente a tale proclama, lo stesso aveva impedito a un cittadino di parlare nel corso di un incontro pubblico”.