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Truffe online, in Umbria +50% di casi nei primi sei mesi dell’anno

In tutto il territorio nazionale si è appena chiusa un'operazione della polizia postale che ha interessato diverse regioni: agenti in prima linea per contrastare frodi informatiche e accessi abusivi a sistemi informatici

Pubblicato il 3 Agosto 2024 10:01 - Modificato il 4 Agosto 2024 14:08

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Più di 160 gli operatori dei centri operativi per la sicurezza cibernetica coinvolti dalla polizia postale in un’azione (denominata “Action day”) volta a intervenire contro le frodi informatiche, le truffe online e gli accessi abusivi a sistemi informatici.

Sono provenienti da tutta Italia i 54 soggetti “investiti” dall’azione degli agenti, nello specifico sono stati sottoposti a perquisizioni personali e domiciliari individui residenti in Campania, Puglia, Veneto, Sicilia, Calabria, Piemonte, Lombardia, Lazio, Toscana, Marche e Friuli Venezia Giulia.

Le perquisizioni, che dunque sono state svolte lungo tutta la Penisola, hanno permesso alle forze dell’ordine di ottenere molti elementi utili allo svolgimento delle indagini. 

Ad essere stati individuati dagli investigatori sono state principalmente tre tipologie di truffe: la truffa del falso operatore, quella del falso figlio e gli annunci fraudolenti sui social network.

Nel primo caso i truffatori si fingevano dipendenti bancari o operatori di polizia, che cercavano di indurre la potenziale vittima, contattata via sms o con una telefonata, a trasferire il proprio denaro a seguito di un accesso anomalo sul proprio conto corrente.

Nel caso della truffa del falso figlio, l’utente viene contattato da un truffatore che si spaccia per il figlio o un parente, sostenendo di aver perso i propri soldi e i propri documenti e chiedendo l’invio di soldi per essere aiutati.

Gli annunci di vendita fraudolenti vedono invece i truffatori sfruttare piattaforme come Facebook o Instagram per pubblicare annunci fittizi a prezzi vantaggiosi, inducendo così le potenziali vittime a essere truffate.

Le truffe di questo tipo nel primo semestre del 2024 hanno fatto registrare un aumento del 10% rispetto all’anno precedente. Più precisamente sono stati 14mila i casi registrati, a cui è corrisposta la sottrazione di circa 114 milioni di euro ai danni dei truffati, il 71% in più rispetto alla prima parte del 2023.

In Umbria nella prima metà di quest’anno c’è stato un aumento dei casi investigati del 50%, mentre il dato relativo al danno economico subito dalle vittime è coerente con quello nazionale.

Al momento, nella provincia di Perugia il Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica Umbria (COSC) sta svolgendo le indagini per i reati di truffa e frode informatica.

Nel primo dei due casi, si tratta di una donna 60enne che aveva ricevuto un messaggio dalla presunta figlia che, millantando di non poter parlare al telefono, le aveva chiesto una cifra pari a 1.800 euro per effettuare dei pagamenti. La donna si sarebbe resa conto della truffa solo quando è stata contattata dalla vera figlia. Nel secondo caso, invece, un utente sarebbe stato contattato con un sms da un numero che appariva con il nome di “PosteInfo”, che è stato poi seguito da una telefonata effettuata da un operatore fittizio di Poste Italiane, il quale avrebbe segnalato delle anomalie sul conto e avrebbe convinto la vittima a disinstallare per dodici ore l’applicazione di Poste Italiane, facendosi consegnare le credenziali bancarie.

In questo lasso di tempo il truffatore avrebbe avuto la possibilità di prelevare oltre 7.000 euro dal conto della vittima e di inviarla a cinque diversi individui, tutti residenti in Italia.

Per limitare l’aumento di casi di questo tipo e garantire la sicurezza degli utenti, la polizia postale consiglia di non cliccare mai sui link contenuti in mail o sms, ma di collegarsi direttamente al sito o all’app ufficiale tramite un motore di ricerca comune.

Allo stesso tempo ricorda di diffidare da chi, spacciandosi per un operatore bancario o di polizia, richiede le credenziali d’accesso all’home banking o di effettuare bonifici o versamenti di denaro tramite sms o telefonate.

Quando invece si viene contattati da un numero sconosciuto, da persone che millantano di essere parenti o amici in difficoltà, si consiglia di ignorare il messaggio e di contattare direttamente la persona sull’utenza di cui si è già in possesso per verificare che non si tratti di una truffa.

La Postale consiglia anche di diffidare di annunci online che possono sembrare estremamente convenienti e di verificarne l’attendibilità.

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