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L’ospedale di Spoleto cerca un primario per la radiodiagnostica

Pubblicato il 1 Aprile 2016 13:17 - Modificato il 5 Settembre 2023 20:56

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Tra tante incertezze su quale sarà il futuro, e soprattutto su quali saranno le peculiarità, dell’ospedale di Spoleto, una certezza, e forse è di buon auspicio, c’è. Ed è che al San Matteo degli Infermi sta per essere assegnato il primariato di struttura complessa di radiodiagnostica. E’ di pochi giorni fa, infatti, la pubblicazione di un avviso pubblico, che scadrà il prossimo 18 aprile “per titoli e colloquio, per il conferimento di un incarico a rapporto esclusivo”, cita testualmente il documento pubblicato all’albo pretorio dell’azienda sanitaria numero 2 dell’Umbria. Un incarico che avrà una durata di cinque anni, con facoltà di rinnovo per lo stesso periodo. E seppur facciano riferimento al 2014 i dati parlano da soli sull’importanza che l’incarico ricopre all’interno del presidio spoletino. La struttura è organizzata per garantire l’attività ambulatoriale per interni e per esterni e fa parte del dipartimento di diagnostica per immagini sede di Dea di I livello, e fa riferimento ad un bacino di utenza di circa 49mila abitanti. L’attività operativa annualmente svolta, riferita appunto al 2014, è stata di 54.203 esami complessivi (ambulatoriali e per interni), di cui 29.795 prestazioni di radiologia tradizionale, 15.004 ecografie nei vari distretti, 10.772 esami TC e 2.632 esami RM. Tali attività vengono attualmente assicurate da 7 dirigenti medici. Un numero considerevole di utenza alla quale il nosocomio spoletino deve risposte accurate, tempestive ed efficienti, promuovendone la qualità e la sicurezza dell’assistenza tramite implementazione delle “best practices” relative alle specifiche competenze specialistiche di radiodiagnostica. Ma la mission, di cui il nuovo primario dovrà farsi carico, sarà anche quella relativa a tutta la parte “manageriale” del servizio di diagnostica per immagini. Che va dalla capacità di definire gli obiettivi operativi nell’ambito della programmazione aziendale, dipartimentale e delle risorse assegnate, fino a quella di programmare l’aggiornamento continuo del personale assegnato alla struttura, garantendo sia la formazione tradizionale che quella sul “campo”, e anche di motivare, valorizzare, coinvolgere i propri collaboratori. 

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