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Foligno, calo demografico e redditi sotto la media regionale: la denuncia dello Spi Cgil

Pubblicato il 12 Agosto 2021 11:22 - Modificato il 5 Settembre 2023 12:03

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Calo demografico, invecchiamento della popolazione e redditi pro capite inferiori alla media regionale. C’è tutto questo all’origine delle preoccupazioni relative a Foligno espresse dallo Spi Cgil e dalla Camera del Lavoro. Difficoltà che, secondo Mario Bravi ed Angelo Scatena, rispettivamente segretario regionale Spi Cgil Perugia e segretario Cgil Perugia, impongono l’attivazione di un percorso mirato e condiviso tra istituzioni e forze sociali.

L’analisi dei due sindacalisti, che hanno elaborato i più recenti dati Istat, parte proprio dalle criticità emerse sul fronte dell’andamento demografico. Bravi e Scatena sottolineano, infatti, che la curva in constante crescita degli ultimi decenni non solo ha registrato una battuta d’arresto, ma anzi ha fatto un’inversione di marcia. “I cittadini folignati – evidenziano i due in una nota – sono passati dai 56.012 del 2012 ai 55.256 del 2021, con una perdita – osservano – pari al 1,3%. Una perdita – proseguono – che solo l’aumento degli stranieri all’ombra del Torrino è riuscita a contenere, dal momento che i cittadini non italiani sono passati dai 6.348 del 2012 ai 6.530 del 2021”.

Altro dato su cui, come detto, Bravi e Scatena pongono l’accento, quello relativo al progressivo invecchiamento dei folignati. Stando alla loro rilevazione, gli under 15 in città si riducono passando dal 13,4% del 2012 al 12,6% del 2021. Mentre, a fare da contraltare, c’è l’innalzamento della quota degli over 65, da 23,5% del 2012 al 25,8% del 2021. Andamento in crescita anche per quanto riguarda la fascia degli over 80 che, secondo le stime di Bravi e Scatena, salgono dall’8% del 2012 al 8,9% del 2021.

E se il quadro anagrafico non sembra dunque sorridere alla terza città dell’Umbria, anche sul fronte economico le cose non vanno meglio. “Il reddito medio annuo pro capite – sostengono infatti i sindacalisti – corrisponde a 21.073 euro lordi annui, mentre in Umbria il dato è pari a 22.341 e in Italia il reddito corrisponde a 24.699 euro. Un dato – sottolineano – inferiore, quindi, del 14% rispetto alla media italiana”. Fotografia analoga anche quella riguardante i depositi bancari medi pro capite, inferiori, anche questi, alla media nazionale. “Foligno – si legge nella nota – ha un dato pari a 13.484 euro, in Umbria corrisponde a 18.759 euro e in Italia a 38.722 euro”.

Numeri negativi, quindi, a cui – secondo la Cgil – si aggiungono anche gli strascichi della pandemia e che insieme concorrono ad un quadro che richiede un progetto si sviluppo per Foligno e per tutta la Valle Umbra Sud. “In questo senso – concludono dal sindacato –, le risorse del Recovery devono essere destinate alla creazione di lavoro di qualità, valorizzando il progetto Parco delle Scienze, allo sviluppo e al contrasto alla ‘crisi’. Ma questo – spiegano infine – richiede l’apertura vera di un confronto urgente”.

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