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Taglio dei pini, esposto contro il Comune

Pubblicato il 22 Settembre 2016 13:32 - Modificato il 5 Settembre 2023 19:15

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“Quegli alberi sono in buone o eccellenti condizioni vegetative e statiche. Nonostante che la maggioranza di essi sia stata oggetto di pregresse potature condotte senza la minima competenza e sensibilità”. Il biologo spoletino Bernardino Ragni non ci sta. E dopo l’annuncio da parte dell’amministrazione comunale del taglio dei pini domestici lungo il viale che costeggia il campo sportivo “Flaminio”, prende provvedimenti. Inviando un esposto-denuncia per “danno irreversibile” al direttore della Soprintendenza dell’Umbria, Marica Mercalli, al segretario regionale del Mibact per l’Umbria, Luisa Montevecchi, e al procuratore capo di Spoleto, Alessandro Giuseppe Cannevale. “Si sta verificando uno scempio ambientale da parte del Comune di Spoleto a danno di luoghi e strutture arboree vincolate di elevato pregio ambientale e paesaggistico – è la motivazione addotta ai tre organi istituzionali da Ragni – prego di intervenire, anche in sospensiva d’urgenza, al fine di evitare il compimento di quanto sopra citato”. Allegando poi a questa richiesta anche la descrizione dettagliata delle caratteristiche di quella dotazione arborea redatta dallo stesso Bernardino Ragni in quanto esperto accademico di Biologia ambientale e residente nella Città di Spoleto.

Ecco la relazione di Bernardino Ragni nel dettaglio

In data 18 Settembre 2016, Bernardino Ragni, biologo dell’ambiente, e Antonella Cristina Manni, storico dell’arte, hanno effettuato il sopralluogo di cui al titolo. Il segmento stradale in argomento è fiancheggiato su entrambi i lati da un filare di pini domestici o da pinoli (Pinus pinea) di età intorno 85 anni e di altezza totale intorno 19 metri. Sul lato Est vegetano 23 alberi, su quello Ovest 20; qualche esemplare di roverella (Quercus pubescentis) si alterna alle grandi conifere. Sul lato Est risultano abbattuti almeno 5 esemplari, su quello Ovest almeno 10. Tutti gli alberi si mostrano in buone o eccellenti condizioni vegetative e statiche, nonostante che la maggioranza di essi sia stata oggetto di pregresse potature condotte senza la minima competenza e sensibilità. Non si rileva alcuna deformazione del piano rotabile o di calpestio, sia sul lato della strada Flaminia, sia sul lato del campo di calcio sintetico. Si rilevano modeste alterazioni delle strutture cementizie componenti gli spalti, in prossimità dei fusti arborei che risultano malamente imprigionati dalle stesse; nessuna di tali modeste alterazioni può rappresentare qualsivoglia forma di rischio per gli utenti delle strutture. Nell’insieme questo segmento di antica strada rotabile, attualmente in abbandono e obliterato, rappresenta un sito di grande valore storico-identitario per la Città di Spoleto, che dovrebbe essere valorizzato dal punto di vista culturale, ambientale, ricreativo e sportivo. Non secondaria è l’importanza economica dei grandi alberi come produttori dei pregiatissimi pinoli, “frutti secchi” richiestissimi dal mercato alimentare-dolciario; a tale proposito si richiama l’attenzione sul fatto che, in passato, l’associazione di centinaia di chilometri delle strade italiane, in particolare del Centro-Sud, con il pino domestico o da pinoli, aveva proprio il molteplice scopo paesaggistico, ecologico ed economico, sopra evocato. Si esclude assolutamente la necessità di qualsivoglia intervento di potatura o rimozione dei grandi alberi, da conservare scrupolosamente. Costosissimo l’incarico affidato dall’amministrazione comunale qualche anno or sono allo studio Paganini di Viterbo che ha prodotto la Relazione fitosanitaria e dendrostatica sugli alberi di Spoleto (2011) si distingue per la “mano pesante” anzi pesantissima riguardo la sorte del patrimonio arboreo cittadino, propendendo più per la “eutanasia” che per la cura nei confronti di un vecchio o anziano malato. Ciò nonostante dei 47 pini monumentali censiti in via delle Crocerossine (numeri d’inventario 359-406) solo uno, il 363, è stato “condannato” all’abbattimento (sentenza prontamente eseguita dai solerti uffici comunali) mentre per gli altri 46 sono prescritti interventi nulli, lievissimi, di medio impegno. Per nessuno di loro la costosa consulenza esterna sentenzia l’abbattimento. Purtuttavia diversi degli alberi monumentali “graziati” dallo studio Paganini sono stati comunque abbattuti. Ed ora, anche in barba al parere tecnico del severo consulente, il comune di Spoleto intende depauperare il bellissimo complesso di ben 8-10 altri alberi. Il paradosso ulteriore sta nel fatto che i contribuenti hanno dapprima sborsato per la consulenza “assolutoria” eppoi sborsano ancora per l’esecuzione della “condanna” al fine di vedersi sottrarre al patrimonio ambientale, storico e paesaggistico della città, un’altra sua componente.

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