“Esprimo una grande soddisfazione per il rinnovamento che abbiamo portato all’interno del Cda della Valle Umbra Servizi. Siamo sicuri che porterà, grazie alle professionalità dell’ingegner Vincenzo Rossi, degli ottimi risultati nel miglioramento dei servizi offerti”. È quanto dichiarato dal sindaco di Foligno, Stefano Zuccarini, il giorno dopo l’assemblea dei soci della Valle Umbra Servizi che ha visto la revoca della nomina di Lamberto Dolci e Daniela Riganelli, sostituiti dal neo presidente Vincenzo Rossi e dai consiglieri Emanuele Lancellotti e Serena Massimi.
Un’assemblea segnata, però, anche dallo strappo tra Foligno e Spoleto, dopo che la città della Quintana – insieme ai Comuni di Giano dell’Umbria, Nocera Umbra, Montefalco, Castel Ritaldi, Norcia, Gualdo Cattaneo e Sellano, ha rispedito al mittente, e quindi al sindaco della città ducale Umberto de Augustinis, la richiesta di un’ulteriore verifica sulla legittimità della revoca. Spingendo così Spoleto a tirarsi fuori dai giochi, come spiegato dallo stesso sindaco de Augustinis. “Non abbiamo partecipato alla votazione perchè abbiamo ritenuto che non ci fossero i presupposti. Avremmo dovuto prima verificare la legittimità e poi votare. Invece, hanno preferito fare diversamente”. Convinto della decisione presa, invece, Stefano Zuccarini. “Riteniamo che il profilo della legittimità della nostra azione sia stato sancito dalle sezioni unite della Cassazione, per cui questa richiesta ci è sembrata superflua e strumentale”.
Ad appoggiare la posizione di Foligno anche i Comuni di Castel Ritaldi, Gualdo Cattaneo, Giano dell’Umbria, Norcia, Sellano e Nocera Umbra, mentre ha preferito astenersi Montefalco. E proprio il sindaco della città delle Acque, Giovanni Bontempi, ha spiegato il perchè del proprio cambio di rotta dopo che lo scorso anno si era espresso favorevolmente alla nomina di Lamberto Dolci. “Ritengo giusto – ha detto – che oggi si possa esprimere un’altra situazione rispetto ad un completo modificarsi degli equilibri all’interno dei territori della Vus, scelti dai cittadini con elezioni libere”.
Lo “spoil system”, dunque, prima di tutto. Anche se non la pensano così quei Comuni soci che hanno cercato di opporsi alla proposta folignate, arrivando ad abbandonare per protesta la riunione prima della votazione. Ossia, Spello, Trevi, Santa Anatolia di Narco, Bevagna, Valtopina, Campello sul Clitunno, Cascia, Cerreto, Poggiodomo, Preci e Scheggino. “L’azione compiuta dal Comune di Foligno con il solo consenso del 53,3 per cento del capitale sociale, è un grave atto di arroganza che non rispecchia la volontà di tutti i 22 comuni soci ma è solo espressione di una politica disfattista a discapito dell’efficienza dei servizi per i cittadini”.
Critica anche la posizione delle forze di centrosinistra in seno al consiglio comunale di Foligno che, oltre ad esprimere le proprie preoccupazioni per le decisioni assunte, considerate “atti di arroganza e macelleria politica, unicamente ispirati dalla lottizzazione politica”, hanno dichiarato: “Si è creata una situazione quasi bizzarra. È stato eletto alla presidenza uno spoletino, Vincenzo Rossi, senza la condivisione da parte del sindaco della sua città che non ha partecipato al voto, né per la revoca del Cda, né per la nomina di quello nuovo”.
Nessun commento da parte dell’ormai ex presidente Lamberto Dolci, anche se la sua posizione sarebbe in linea con la visione espressa dal sindaco di Spoleto, de Augustinis.