C’è malcontento tra i cittadini delle frazioni di Cave, Borroni, Maceratola, Corvia e Sterpete all’indomani dell’assemblea indetta per discutere del progetto della “Variante sud”. Dopo la conferenza che si è tenuta lo scorso martedì, infatti, venerdì sera i residenti delle frazioni si sono ritrovati nella sede della pro loco di Cave per incontrare gli amministratori, ma il confronto non è andato come sperato. I cittadini, infatti, si aspettavano risposte che però, lamentano, non sono arrivate né dal vicesindaco ed assessore ai Lavori pubblici, Riccardo Meloni, né dal dirigente d’area Francesco Maria Castellani, intervenuti all’assemblea. “Siamo amareggiati” commenta qualcuno, sottolineando come i residenti “si sentano traditi” dalla volontà di realizzare un’infrastruttura che, dicono, “massacrerà tutte le frazioni”. “Chi oggi governa la nostra città – spiegano – in passato era contrario al progetto, ora invece si dice a favore. Cos’è cambiato? Per noi – proseguono – non è una questione politica, ma di interesse della collettività”.
Collettività che già nel 2004 aveva deciso di dar vita ad un comitato chiamato a farsi portavoce delle istanze di chi vive in quella parte del territorio comunale. “C’è rabbia – proseguono – perché quest’amministrazione nel 2007, quando il comitato venne ufficializzato, sosteneva le nostre istanze ed ora, inspiegabilmente, ha cambiato idea. Non siamo contrari alla realizzazione di questa infrastruttura – aggiungono – ma vogliamo che si rispetti il piano regolatore, che prevedeva la costruzione di una strada che costeggiasse i fiumi e non che tagliasse di netto le frazioni. L’attuale amministrazione, invece, ha ripreso in mano il progetto del 2008, che ci ha visto sempre contrari, limitandosi ad apportare delle modifiche dovute all’antropizzazione. Ma è impensabile – sottolineano – far passare una strada di tipo C1, a traffico sostenuto e aperta alla circolazione di mezzi pesanti, dentro frazioni come cave, Maceratola, Corvia, Borroni e Sterpete”.
Posizione, questa, che nella serata di venerdì è stata ribadita da un coro unanime di voci, ma rispetto alla quale – come detto – sono arrivate risposte vaghe. Risposte che non hanno fatto altro che accendere gli animi dei presenti, all’incirca un centinaio, rendendo l’assemblea infuocata. Nessun punto d’incontro è stato, quindi, raggiunto, ma i residenti sono più determinati che mai a far sentire la loro voce e a far valere le proprie posizioni. “Non c’è stata la minima volontà da parte dell’amministrazione di aprirsi alle nostre richieste – ribadiscono -. Vogliamo l’attivazione di un tavolo istituzionale, vogliamo essere ascoltati, vogliamo che l’amministrazione prenda atto delle nostre istanze. Vogliamo chiarezza”.