Costituita e abbandonata. Potrebbe essere riassunta così la breve vita della Consulta per la mobilità sostenibile, l’ambiente e la sicurezza stradale. Voluto dal Comune di Foligno non più tardi di due anni fa, l’organismo sembra essere del tutto inutile rispetto a quanto di buono potrebbe produrre per la città. È il parere di alcuni dei suoi membri, che si sono ritrovati per tracciare un bilancio di quanto fatto – o non fatto – dal giorno della sua istituzione.
Eppure la Consulta rappresenta un’intuizione che potrebbe fare la differenza rispetto alle tematiche che dovrebbe trattare. “Per dare un’idea della considerazione che ci viene data – attacca Francesco Bartoli, segretario della Consulta e rappresentante dell’associazione Cetri-Tires -, l’ultima riunione era stata convocata con 25 giorni di anticipo, ma non c’era nemmeno il numero legale. Abbiamo aspettato invano l’arrivo dei membri politici, ma nessuno si è presentato e nemmeno ha comunicato l’assenza. Con noi c’era solo il vice comandante della polizia locale, Sandro Mazzolini”. A fare da eco alle parole di Francesco Bartoli sono anche Marco Novelli (Legambiente Foligno), Giorgio Raffaelli (Festival per le Città Accessibili) e Pietro Stella (Fiab), componenti del sodalizio insieme al coordinatore Stefano Trabalza, il sindaco, gli assessori alle politiche ambientali e alla mobilità e due consiglieri comunali (uno di maggioranza e l’altro di opposizione). Ma all’attività della Consulta dovrebbe partecipare anche il dirigente dell’Area lavori pubblici e quello della polizia locale, entrambi senza diritto di voto.
“Avevamo grandi aspettative, ma la Consulta non ha mai funzionato a dovere – sottolinea Marco Novelli -. Non c’è mai stato, se non in rari casi, un dialogo con le istituzioni e nemmeno la possibilità di proporre le nostre idee. Ce l’abbiamo messa tutta, ma siamo stati impossibilitati a svolgere il nostro lavoro”. Per Giorgio Raffaelli, da sempre impegnato in favore dell’abbattimento delle barriere architettoniche, “è inutile fare riunioni se non abbiamo gli atti e non ci sono scadenze da rispettare. Siamo un organismo vuoto, perché non c’è nessuno con cui interfacciarsi. Paradossalmente – prosegue – alcune parti della città da accessibili sono diventate inaccessibili”. Il riferimento è ai lavori della nuova pista ciclabile sotto i Canapè, dove gli interventi “hanno ricreato i dislivelli per cui ci siamo battuti in passato”. Proprio per quanto riguarda quest’ultima opera, “la Consulta – rimarca Francesco Bartoli – non è nemmeno stata interpellata”.
Stesso discorso per la nuova scuola di Santa Caterina. Nei confronti del nuovo edificio, che sorgerà nell’area dell’ex Foro Boario, l’organismo istituito dal Comune ha provveduto a presentare alcune osservazioni, illustrando alcune proposte per eliminare il traffico e incentivare l’ingresso a scuola a piedi o in bici, “ma – incalza Bartoli – né il vicesindaco e nemmeno gli uffici preposti hanno risposto al nostro progetto. Ricordo che c’è un regolamento comunale sugli istituti di partecipazione che è costantemente disatteso”. “È inoltre sterile – gli fa eco Raffaelli – prendere visione dei progetti dopo la loro approvazione. Sarebbe invece utile discutere insieme del futuro della città, come poteva esserlo in tema di fondi PNRR”.
I membri della Consulta però non si arrendono e, da poco, hanno prodotto una relazione che evidenzia diverse criticità legate alla Variante intermedia sud, definita “un’opera sproporzionata” per la città di Foligno. “Non serve – dicono i membri della Consulta – una superstrada dentro la città. La Variante impone troppi vincoli e rovina la vita delle frazioni e dei cittadini perché troppo invadente. Servirebbe trovare alternative più sostenibili”. La Consulta ha quindi messo nero su bianco tutte le criticità riscontrate, a partire dalle impattanti modifiche ad alcune piste ciclabili, così come il danneggiamento di terreni agricoli di pregio e le difficoltà per gli abitanti di alcune frazioni a “oltrepassare” la Variante per raggiungere l’altra parte della città.
E la questione delle piste ciclabili sta molto a cuore ai rappresentanti della Fiab (Federazione italiana ambiente e bicicletta): “Siamo molto delusi – commenta a questo proposito Pietro Stella – perché la Consulta non ha portato a nessun risultato concreto. Penso alla nuova pista ciclabile del Canapè che non ha un senso, visto che ha eliminato le panchine e ha allargato i parcheggi. Altro tema è la mancata realizzazione delle ‘isole scolastiche’ per evitare il traffico veicolare nei pressi degli istituti. Un altro punto debole – prosegue – è la manutenzione delle piste ciclabili, così come l’aver perso i fondi per la Ciclovia Flaminia, che avrebbe potuto collegare la zona di Pontecentesimo a Valtopina, connettendoci con un percorso ciclabile regionale che interessa il nord dell’Umbria. Un aspetto fondamentale della mobilità alternativa – conclude Pietro Stella – è anche la salute delle persone. Bisogna educare a stili di vita migliori: in attesa che le persone lo capiscano, bisogna fare degli interventi sulle strade, come inibire il traffico nel centro storico”.